In un mondo di smarriti

Dal 1 settembre su Millecolline a cura di Franchino Falsetti

Un “palchetto” di libri ed altri scritti da non dimenticare. Smarriti.

 

Saranno recensiti o segnalati i libri che hanno fatto parte di una certa storicità del pensiero e delle idee e quelli che ne continuano la tradizione, quella che altri chiamano “classicità” e che noi vogliamo non ignorare né disperdere. Quella tradizione che ha formato la Cultura dell’Occidente, di cui l’Italia ne è stata una protagonista d’eccellenza

Siamo convinti che non sarà la “bellezza” a salvarci ma la “scrittura”, poiché continuiamo a conoscere, a sapere ed a pensare.

La scrittura ci rende liberi, il libro ci libera da ogni vincolo e ci trasporta con rinnovate emozioni e sentimenti nell’infinito e nel mistero dell’esistenza e per renderci meno smarriti .

La scrittura è l’unica invenzione che ha consentito all’uomo di sentirsi “immortale”, tramandando la storia delle idee, del pensiero, dei desideri e dei sentimenti di intere civiltà fino al nostro presente.

Oggi la “scrittura” è divenuta consolatoria: agisce in modo irrazionale ed istintiva al  dominio di essere “massaggiati” dalle parole per essere cullati, addormentati, come se fossero nuovi miracolosi ansiolitici.

La scrittura ha perso il senso dell’opportunità, delle grandi finalità morali, civili, religiose. E’ diventata una naturale banalità. Tutti scrivono riconoscendosi nell’ideologia del già “condiviso” od in attesa del “condividere”. Il bombardamento mass mediatico ha provocato non un più una lingua d’apprendere con la grammatica ed il vocabolario, ma una lingua senza alcuna applicazione e studio, poiché , di fatto, non impariamo leggendo, ma, semplicemente, ascoltando e vedendo.

La scrittura non è più sinonimo di saper organizzare un pensiero o saper descrivere momenti e situazioni, ma è una semplice trascrizione, una ricopiatura di ciò che si ascolta, di un parlato disarticolato, deprivato di ogni effettiva partecipazione (cultura personale) .

Una scrittura che assomiglia ad un eserciziario sociale.

Non servono le scuole o i corsi per ( o di ) una scrittura creativa.

Serve riconquistare le identità ed interrelazioni tra: pensare – scrivere – leggere – comunicare.

                                                                                                                                           Franchino Falsetti