Il rifugio antiareo di Bazzano dedicato al partigiano che visse due volte

Mario Anderlini “Franco”

Pubblicato il 14/01/2018

Il rifugio antiaereo costruito a Bazzano (Bo) alla fine della seconda guerra mondiale e pian piano dimenticato potrebbe avere un risveglio della memoria ed essere nuovamente utile, sotto diversa veste, alle genti di questi luoghi; potrebbe diventare un aula didattica e luogo di memoria grazie alla titolazione alla memoria di Mario Anderlini.

Chi era Mario Anderlini? Anderlini era un comandante partigiano che decise di porre la sua pluriennale esperienza in divisa italiana al raggiungimento di un ideale e che, una volta dismessa dopo l’8 settembre, si dedicò a costruire un mondo in cui tutti potessero partecipare alla sua costruzione. Non era un obiettivo di poco conto e non lo è nemmeno oggi, visto l’aria che tira. Il bisogno di avere un uomo solo al comando a cui delegare gli impegni che ogni cittadino dovrebbe prendersi non era certo nel DNA di questo colono bazzanese. Ancor più raro fu il fatto che Mario non rottamò mai quei giorni giudicandoli ormai epoca distante, anzi, si prodigò per mantenerli vivi nonostante i vari abbandoni di cui vedeva circondarsi.

Un piccolo evento nella storia della Valsamoggia: venerdì 12 gennaio 2018 il rifugio, casa dei bazzanesi sotto le bombe, viene dedicato a questo uomo a cui è stata dedicata la Medaglia d’Argento al Valor Militare e un buon auspicio affinchè se ne faccia un, nuovo, buon uso come luogo di ritrovo per condividere esperienza di storia e cittadinanza. Certo il percorso pare lungo e, come sempre, tortuoso, costoso e burocratico ma speriamo che la costanza dell’uomo a lui dedicato ne premi i buoni propositi.

Le pagine che Millecolline dedica alla storia locale cercheranno di arricchirsi anche di queste memorie e prendiamo la data del 12 gennaio come una data di avvio per approfondire gli argomenti relativi alla storia, complessa e radicata nei secoli, dei nostri territori valsamoggini, intanto vi presentiamo questo nostri video a memoria della titolazione del rifugio a Mario Anderlini, detto “Franco”.