Gente del Funerale della Saracca, è Festa.

Piccola cronaca fotografica del funerale più festoso

 

Oliveto in Valsamoggia (Bo), 12/03/17 

 

Questa è veramente una piccola selezione di immagini del Funerale della Saracca edizione 2017 che si va ad aggiungere al video anteprima che abbiamo pubblicato recentemente; infatti la quantità di foto che si possono fare ad una festa così allegra, in uno splendido giorno di sole, è realmente esagerata. La quantità di ospiti intervenuti a questo appuntamento è sempre numerosissima e, da sempre, mette in fibrillazione le autorità e le burocrazie locali ma il coraggio degli organizzatori viene sempre premiato dal carattere festoso e per niente istituzionale che rende unico questo tradizionale appuntamento. Pertanto inclonabile.

Le fotografie vi racconteranno, senza sottotitoli, quale sia veramente il sentimento, sentito o intuito: sta ritornando la primavera e i giorni duri dell’inverno sono ormai alle spalle. Questo funerale è una festa, antica, risalente alla dominazione spagnola subita attorno alla metà del 1500 e tramandata, con alterne vicende fino ai giorni nostri. Certo le vicende che la espongono di più al tiro incrociato dei soloni locali è sicuramente il suo punto di forza (ogni punto di forza è il punto debole) ovvero: il vino. Ma io vorrei correggere questa ultima affermazione; vorrei dire che non è colpa del vino ma dell’uso esagerato che se ne fa, soprattutto nelle giovani generazioni che, nonostante tutto, continuano a confondere il divertimento con una sbronza al primo sole di marzo.

L’organizzazione del Funerale della Saracca ha provato a limitare gli effetti costruendo un cinturone “protettivo” che non permettesse l’entrata di visitatori con bottiglie di vino nello zaino. Purtroppo questa soluzione non ha potuto fare i miracoli e qualche “allegrone” è riuscito ad infiltrarsi con la bottiglia di plastica piena. Questo è il motivo per cui questa festa potrebbe compromettere il suo futuro e il fatto che alcuni furbetti non se ne rendano conto è una delle cose tristi di questo contemporaneo. Poi c’è un’altra situazione in cui mi vorrei addentrare e che, secondo me, varrebbe la pena sollevare; io sono bazzanese e non posso conoscere tutti gli abitanti samoggini ma posso assicurarvi di avere incontrato (fra centinaia di persone) solo tre compaesani (di cui uno residente a Bologna); se la media dei residenti si mantiene così bassa non posso che rammaricarmene. Ho il sospetto che l’intellighentia locale boicotti consapevolmente questo appuntamento perché giudicato troppo distante dalla loro benedizione indicando questa liberazione dall’inverno come un evento non narrabile.

Le foto:

 

Testo e fotografie di Roberto Cerè per Millecolline

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