PILLOLE CORSARE N.3 DOVE ANDIAMO A BALLARE QUESTA SERA?

E… continuano a chiamarla “arte”..                                  [n.3]

E’ da oltre cento anni che in Italia, più di qualunque altro Paese europeo od occidentale, si dibatte sull’avvenire dell’arte moderna e contemporanea. I critici ”consumistici”, in particolare, si rendono disponibili per analisi illimitate per dimostrare che, comunque, tutto è arte; mentre quelli “apocalittici” inveiscono che, da molto tempo, ciò che viene dichiarata arte non è altro che “spazzatura”.

Con molto riguardo, Luigi Bartolini, affermava che “lo spirito dell’arte è morto ovunque. E’ rimasto vivo soltanto dentro al Museo”. A seguito delle rivoluzioni culturali dell’arte, a partire, in modo particolare, dagli anni ’50 ad oggi, ci siamo trovati sempre più di fronte ad esperienze, davvero, sorprendenti da creare molti capogiri e disaffezioni verso una “certa arte” di un certo periodo storico ( quello contemporaneo ) e di un certo comportamento artistico.

Forse non è stato messo in evidenza un aspetto: l’artista nel passato era un protagonista che voleva comunicare ed interpretare un tempo della propria epoca e questo era motivo di grandi coinvolgimento non solo negli ambienti di corte od elitari; oggi l’artista è un protagonista che considera l’arte come un oggetto narcisistico, non comunicabile, non coinvolgente. Assistiamo al fenomeno della solitudine, alla incomunicabilità dell’artista, che attende dal “mercato” la gratificazione, il riconoscimento. Tutto in un circuito magico, dove il grande pubblico non è coinvolto e, quindi, non è educato alla comprensione dei nuovi contenuti e modalità dell’arte contemporanea.

Può esser questa vera arte? Un’arte senza pubblico, senza motivazioni, molto spesso, un puro divertimento dell’artista.

Al Museion di Bolzano ( 25 ottobre 2015 ), una installazione (vedi foto) di bottiglie e bicchieri, è stata scambiata per spazzatura e le donne delle pulizie la buttano  nella “differenziata”. L’opera d’arte aveva come titolo: “ Dove andiamo a ballare questa sera ?”

Dove andiamo a ballare questa sera

Questo non è un episodio isolato: dalle provocazioni di Duchamps alla “merda d’artista” di Manzoni ed altre di inequivocabile dissacrazione di oggi ( es. Cattelan ), rischiano di non essere comprese per una, ormai, consolidata creatività egocentrica dell’artista, nel sentirsi esclusivo, unico, “onnipotente”.

Senza cultura, senza educazione non può esserci conoscenza dell’arte e dei saperi, in continua trasformazione.

L’arte va spiegata, ma l’artista non è alchimista od un illusionista.

Ed ancora gli artisti non devono essere una “categoria” separata. Esclusiva rispetto alla Società in cui vivono. Ne sono espressione e ne divengono, solo così, dei veri protagonisti.

Il grande Mino Maccari, a proposito di queste forme narcisistiche dell’arte, in una memorabile battuta, disse : “Non comprate quadri astratti. Fateveli da soli”.

 

Franchino Falsetti

Diritti Riservati

 

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